Con il mio gruppo ci si ritrova per il consueto giro in Valgrande di fine stagione.
La meta designata è Cortechiuso. Non sono molto felice di questa scelta, avrei preferito andare giù a In la piana che è tanti anni che non ci vado e ne sento la nostalgia e inoltre volevo qualcosa di più avventuroso.
Comunque questa è la meta designata e cosi eccoci qua a Finero alle 8.00 di mattina con un tempo tendente al brutto. Raccolte le chiavi al bar del paese ci dirigiamo giù al fiume per poi risalirne la sponda opposta fino a Provola. Da li il solito sentiero risale tutta la valle fino alla fine, dove si trova il bivacco Cà Francia. Ci fermiamo li per riposarci e fare uno spuntino, compreso un bicchierino di malvasia.
Poi si riparte e ci si inerpica su per il ripido sentiero. Io e Graziano precediamo il gruppo che procede veramente a rilento. Durante la salita facciamo anche uno scherzo ai nostri amici con un porcino da noi raccolto precedentemente. Hanno abboccato in pieno e Tiziano ci rimane veramente di palta!
Poi con calma saliamo su per il lungo canale che ci porta al rifugio in breve.
Non c’è nessuno, ma purtroppo nemmeno l’acqua. Riusciamo a trovarla un po’ nascosta verso valle, raccolta in pozze dove si abbeverano le mucche. Riempiamo le taniche e ritorniamo su al rifugio.
Ora che accendiamo il fuoco, ci prepariamo e si mangia, si fanno le 16,00; poi nonostante le nuvole basse e la visibilità assai ridotta, andiamo a fare un giretto su alla Bocchetta omonima.
Arriviamo appena in tempo per ammirare Scaredi; un po’ di nostalgia. Mentre gli altri si svaccano ad ammirare la vallata ed a chiacchierare, io da solo faccio un salto fin su alla cima del Cimone di Cortechiuso. Purtroppo quando arrivo su rimango un po’ deluso dal fatto che la vista è limitata ha due metri causa nebbia.
Resto un po’ li in completa solitudine a pensare a tante cose. Mi assale anche un po’ di nostalgia, voglia di montagne. Mi ritrovo a pregare.
Prima di scendere mi scappa un bisognino. Quale bagno migliore con questo scenario?
Ritrovo gli altri dove li ho lasciati, poi rientriamo tutti insieme al rifugio.
Si chiacchiera, si beve, si gioca; c’è qualcuno che schiaccia anche un pisolino. Tiriamo sera.
Il rito del cenone; sul tavolo appaiono anche rane in guazzetto. Il vino non manca di certo.
Al mattino purtroppo il tempo non è migliorato affatto, anzi nebbia più fitta e pioggerellina insistente. Dopo aver sistemato tutto ripartiamo per tornare a Finero seguendo a ritroso il sentiero di ieri. Con tutta la calma, arriviamo in paese alle 12.00.
Ci cambiamo, consegniamo le chiavi e andiamo a mangiare in una bella trattoria di Falmenta. Finalmente al caldo e davanti a piatti fumanti, ci rilassiamo e i ricordi e le parole scorrono come fiumi. Tutto bello.
Ciao alla prossima.