Ultimo giorno dell’anno. Il tempo è strepitoso, un cielo blu come il mare, senza una nuvola e una temperatura che si aggira intorno ai 12 gradi. Meraviglioso non si può stare in casa.
Il ritrovo è a Casere, una piccola frazione del borgo di Vararo, dove il tempo sembra si sia fermato e dove tutto ha il sapore cosi genuino.
Partiamo su per il sentiero che si snoda dolcemente in un bosco misto di castagni e noccioli, baciati dal sole. La felpa più pesante salta subito via; la giacca è rimasta direttamente nello zaino e credo che per oggi resterà li.
Le foglie secche scricchiolano sotto i nostri piedi, accompagnandoci con il loro fruscio. Il bosco misto di noccioli lascia posto man mano che saliamo ai faggi e alla loro magia. Il sentiero è costantemente attraversato dalle tracce lasciate dai selvatici, in particolare dai mufloni e caprioli che qui abbondano liberamente.
II sentiero si fa più ripido e prendiamo subito quota camminando sul filo della cresta disseminato di affioramenti rocciosi che risaltano nell’ erba secca e gialla. Poi finalmente siamo sulla cima, o meglio sul punto più panoramico. La vista spazia a 360 gradi. E’ tutto cosi fantastico !! A sud la pianura verso Milano e le grandi città. I grattacieli svettano dalla metropoli. Si intravedono anche gli appennini del piacentino. A ovest lo spettacolo del lago Maggiore di un blu notte incredibile che lambisce le coste ripide della Valgrande, del Mottarone e del Limidario. Il Monte Rosa svetta dietro tutto con la sua maestosa regalità. Verso nord la Svizzera ricca di cime innevate. Un panorama senza confini. Ci sdraiamo sul prato secco e rimaniamo li in silenzio a godere di tutto ciò. Qualcuno forse schiaccia anche un pisolino. E’ tutto cosi bello, non si vorrebbe mai venir via, ma lo stomaco incomincia vuole avere ragione. Ci prepariamo e dopo un ultimo saluto a questo magnifico regalo, torniamo sui nostri passi. Davanti ad un piatto di brasato e polenta nella trattoria giù a Vararo , tra risate e fiumi di parole, i nostri occhi ancora brillano.